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Cronaca

Maxi-truffa sugli ecobonus edilizi: sequestro per oltre 607 milioni, coinvolti anche salernitani

In alcuni casi, i lavori sarebbero stati addirittura eseguiti da società che, nell'oggetto sociale, recavano lo svolgimento delle attività di gelateria, profumeria, sala giochi e commercio ambulante, nonché da persone fisiche non esercenti attività d'impresa o di lavoro autonomo

A seguito di un'articolata attività investigativa diretta dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza nei giorni scorsi hanno eseguito un provvedimento di sequestro preventivo, emesso dal GIP del Tribunale di Napoli Nord, su richiesta della Procura, dei crediti derivanti da bonus edilizi per oltre 607 milioni di euro, vantati da 105 soggetti, tra i quali anche tanti salernitani, tra persone fisiche e giuridiche. In particolare, l'attività, svolta dal personale del Gruppo di Frattamaggiore, fa seguito agli esiti di analoga indagine delegata che ha già portato il Reparto, nel corso del 2022, a sequestrare circa 903 milioni di euro, in relazione alla circolazione di crediti fittizi per lavori di ristrutturazione e di efficientamento energetico nonché a canoni di locazione previsti dal D.L. 34/2020, il cosiddetto Decreto "rilancio". Ben 98 persone, le persone indagate, di cui 40 sono del salernitano. Come riporta Infocilento, la maggior parte delle società coinvolte si trova nell’Agro nocerino, ma non mancano anche quelle di Salerno città, della Piana del Sele e del Cilento. In paricolare, un 40enne di Battipaglia, con quattro società, avrebbe truffato 13,6 milioni di euro, mentre a Eboli il titolare di una società di costruzioni avrebbe truffato 11,8 milioni di euro con lavori mai eseguiti.

I dettagli

Sottoposti a misura ablatoria un totale di 1,5 miliardi di euro di crediti falsi, originati per lo più nel biennio 2021/2022. Nel dettaglio, le investigazioni hanno consentito di appurare come i crediti fossero riconduci bili a bonus fiscali per lavori edili (di riqualificazione energica, ristrutturazione e adeguamento sismico) in realtà mai eseguiti, spesso vantati da società prive di qualsivoglia consistenza aziendale e solidità patrimoniale. In taluni casi, peraltro, i lavori sarebbero stati addirittura eseguiti da società che, nell'oggetto sociale, recavano lo svolgimento delle attività di gelateria, profumeria, sala giochi e commercio ambulante, nonché da persone fisiche non esercenti attività d'impresa o di lavoro autonomo. Spesso i legali rappresentanti delle società cessionarie dei crediti sono risultati, al pari, essere percettori o richiedenti il reddito di cittadinanza: profilo, questo, che ulteriormente evidenzia una dimensione economico-finanziaria del tutto incompatibile con le movimentazioni delle ingenti risorse finanziarie individuate a fronte della cessione di crediti, per svariati milioni di euro. In un caso, un soggetto, che aveva già comunicato la disponibilità di crediti per un importo superiore al milione di euro, ha addirittura ceduto a terzi parte della provvista fraudolentemente generata mentre si trovava in stato di detenzione domiciliare. Come svelato dalle indagini, il sistema fraudolento scoperto ha consentito ai cedenti di monetizzare crediti, per un valore di 3,5 milioni di euro, attraverso la negoziazione diretta con gli istituti finanziari.

Il sequestro

La Procura della Repubblica, pertanto, ha richiesto e ottenuto il sequestro preventivo dal Giudice per le Indagini Preliminari, finalizzato al sequestro di crediti per un importo complessivo pari a 607.942.781 euro, per d'impedirne l'ulteriore circolazione o l'utilizzo in compensazione di imposte dovute, a danno dell'erario.
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