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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Nocera Superiore

Truffa ad Invitalia: danno erariale per circa 1 milione di euro, nei guai 14 imprenditori dell'Agro

Ricostruita una strutturata rete di persone fisiche e giuridiche che, attraverso un articolato sistema di “assegni fantasma” (operazione Ghost Cheques), avrebbero illecitamente e sistematicamente percepito, nel tempo, contributi pubblici, rappresentando in sede di rendicontazione, al soggetto attuatore Invitalia, spese in realtà mai sostenute, con conseguente illegittimo esborso di denaro pubblico, per un importo complessivo di oltre 950mila euro

Guardia di Finanza in azione, nell'Agro Nocerino Sarnese. Le fiamme gialle hanno notificato un invito a dedurre, e contestuale “messa in mora”, con intimazione a risarcire per intero il danno causato all’Erario, a carico di 14 imprenditori salernitani, su disposizione della Procura Regionale per la Campania della Corte dei Conti. Gli accertamenti, svolti dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria Salerno, e diretti dall’Autorità Giudiziaria contabile partenopea, riguardano una vicenda di indebita percezione/illecito utilizzo di peculiari contributi di scopo, erogati dall’Agenzia Nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa - Invitalia spa - in tema di misure di sostegno alla realizzazione e all’avvio di piccole attività imprenditoriali, da parte di disoccupati o persone in cerca di prima occupazione, attraverso la concessione di agevolazioni finanziarie, consistenti sia in contributi a fondo perduto che in mutui a tasso agevolato.

Le indagini

Le approfondite attività investigative, avviate per pregresse indagini di rilievo penale, hanno consentito di individuare e ricostruire una strutturata rete di persone fisiche e giuridiche che, attraverso un articolato sistema di “assegni fantasma” (operazione Ghost Cheques) avrebbero illecitamente e sistematicamente percepito, nel tempo, contributi pubblici, rappresentando in sede di rendicontazione, al soggetto attuatore Invitalia, spese in realtà mai sostenute, con conseguente illegittimo esborso di denaro pubblico, per un importo complessivo di oltre 950mila euro. In particolare, l'esame incrociato delle transazioni finanziarie, della documentazione giustificativa della spesa ammessa a beneficio, nonché di fattuali riscontri ha permesso di ricostruire il modus operandi adottato. Meccanismo che sarebbe consistito nell’indicare, fraudolentemente, solo sulla copia dei titoli di credito inviata all’ente erogatore, il nominativo del soggetto fornitore di beni/attrezzature, per poi invece portarli all’incasso dopo l’inserimento di “diversi” prenditori, beni in realtà mai ricevuti. I soggetti coinvolti nell’artificioso schema saranno, quindi, tenuti a rispondere del danno erariale causato, da incrementare per rivalutazione e interessi, pena l’apertura del relativo giudizio di responsabilità dinanzi la pertinente Sezione Giurisdizionale.


 

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