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La Salernitana regala un tempo e si sveglia tardi: la Lazio non perdona e cala il tris

Alla ripresa, sotto di due gol, la squadra di Colantuono è stata anche sfortunata: traversa colpita da Djuric e palo incocciato dal tiro di Ribéry. Poi Luis Alberto chiude i conti. Clima teso per la rivalità tra le tifoserie: due tifosi della Salernitana sono stati accoltellati

La sconfitta della Salernitana ha tanti volti e la vittoria della Lazio ha parecchi piedi - sopraffini, sontuosi -, quelli dei propri bomber e califfi. Immobile, Pedro e Luis Alberto calano il tris e lasciano la squadra di Colantuono a riflettere sulle proprie ingenuità, debolezze, problemi strutturali. La Salernitana non ha un giocatore a centrocampo che leghi il gioco ed è lapalissiano. Persi i due Coulibaly - Lassana ritrovato dal 63' - non ha neppure la diga e la catapulta. Le manca anche la malizia che potrebbe aiutarla a reggere l'onda d'urto della Lazio, perché è impensabile che una squadra impelagata nella lotta per non retrocedere regali i gol che i granata hanno servito sul piatto d'argento nel primo tempo. Però l'anima e il cuore ci sono (basteranno?) insieme ad un centravanti che al momento deve necessariamete sostituire Simy, inguardabile. Quando l'allenatore Colantuono, ponendo rimedio a una lettura diversa e che il campo ha bocciato nel primo tempo, ha sostituito il nigeriano e ha fatto entrare Djuric, la Salernitana ha subito colpito la traversa con il bosniaco e poi anche il palo con Ribéry. Avrebbe potuto ricucire lo strappo e rimettersi in carreggiata ma la sfortuna le ha impedito di riaprire il match. Poi è calato il sipario dopo la magia di Luis Alberto. Ha perso la Salernitana ma hanno perso anche i violenti che si sono presi la scena, prima della partita: un raid in zona Lungotevere, ai danni di un gruppo di supporter del cavalluccio marino, ha prodotto feriti e due accoltellati.

L'accoglienza

Il volo dell'aquila OIimpia, la premiazione di Ciro Immobile, bomber di casa, autore di 100 gol con la maglia biancoceleste. La Lazio fa sfoggio di qualità e tradizioni ed i salernitani al seguito, invece, alzano i decibel del proprio tifo per punzecchiare Claudio Lotito, presente in triubuna. Sono le schermaglie di un quasi derby, di due figlie della stessa proprietà fino a giugno scorso, fino a quando la Salernitana è stata formalmente inserita nel trust finalizzato alla vendita, entro il 31 dicembre.

La cronaca

La Salernitana parte accesa e manovriera ma è la Lazio a costruire la prima azione - in contropiede, da sinistra - del match. Luis Alberto punta Strandberg, poi interviene Gyomber e ci mette il corpo per l'ostruzione. Fallo ed ammonizione decisa dall'arbitro Rapuano. Il calcio di punizione lo batte Cataldi e il pallone si infrange sull'esterno della rete (9'). Potrebbe ripartire anche la Salernitana ma Cataldi spende il fallo tattico su Bonazzoli e subisce ammonizione come Gyomber. La Lazio è superiore nella qualità tecnica, non ha bisogno di involontari favori. Di Tacchio, invece, perde un pallone sanguionoso sulla trequarti, la squadra biancoceleste si distende veloce in triangolazione e solo la provvidenziale chiusura in corner di Gyombetr evita guai ai granata. La classe di Luis Alberto illumina la scena: testa alta, dai e vai con Immobile, tiro immediato ma centrale e Belec blocca a terra (16'). Occorre poi il "solito" Gyomber in versione muro per ribattere il tiro - quasi un rigore in movimento - di Immobile, liberato in area da un velo dopo la percussione a destra di Felipe Anderson. Al 31' la Lazio passa in vantaggio. Sulla propria sinistra, in una difesa tenera, si fanno prendere alle spalle Ranieri e soprattutto Obi. Pallone scodellato al centro da Milinkovic Savic, c'è la sponda di Pedro che mette fuori causa Gyomber, poi Zortea e Schiavone osservano Immobile mentre stacca solitario e piazza il pallone nell'angolo basso alla sinistra di Belec. La Salernitana è in bambola e la Lazio la punisce. Gyomber, fino a quel momento impeccabile, riceve un retropassaggio da Zortea ma anziché spazzare l'area di rigore, opta per una specie di finta, una torsione che gli fa perdere il tempo della giocata e il contatto con Pedro. Il numero 9 della Lazio deve solo infilarsi in area e piazzare il pallone sul palo lungo alla sinistra di Belec (36'). Mentre i laziali festeggiano, si assiste all'esplosione di due petardi sulla pista d'atletica, lato tifosi granata, uniti al lancio di fumogeni.

La ripresa

Colantuono si presenta senza Simy - disordinato, impalpabile - e schiera in prima linea Milan Djuric. Al primo cross utile, al 48', il gigante bosniaco stacca imperioso e colpisce di testa. Reina è battuto ma il pallone incoccia la traversa. Altre due sostituzioni al 63': fuori Bonazzoli e Obi, al loro posto Gondo e Lassana Coulibaly, quest'ultimo restituito all'attività agonistica dopo una lunga assenza. La Salernitana è più spigliata con la nuova coppia d'attacco, più presente. L'occasione al 65' la costruisce Zortea: cross dalla destra, Gondo ci arriva di piatto ma alza la mira. Poi l'occasionissima del 66': Ribéry conduce il break, tira verso l'angolo alla destra di Reina ma il palo gli nega la gioia del primo gol in maglia granata. La Salernitana si scopre alla ricerca della rete che possa riaprire i giochi ma presta inevitabilmente il fianco al contropiede della Lazio. Dapprima Felipe Anderson divora un rigore in movimento, poi Luis Alberto, favorito dalle ampie praterie sulla destra (Zortea è lontano, Gyomber da solo in chiusura), inventa il colpo da biliardo che al 68' chiude i giochi: da destra a sinistra, palo interno e gol. Il 3-0 della Lazio è servito. Il palo di Immobile, ad un giro di lancette dal termine, serve solo per le statistiche.

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