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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

Tenuti sotto sequestro e rapinati, vanno a processo perchè "non credibili": il tribunale li assolve

La storia di due autotrasportatori salernitani che rispondevano di simulazione di reato e appropriazione indebita

Furono sequestrati una volta arrivati a Mazara del Vallo, in Sicilia, per consegnare della merce per conto di una ditta salernitana. Uno dei banditi spaccò un finestrino del veicolo sul quale viaggiavano i due. Le vittime furono sequestrate e condotte in un casolare a Palermo. Furono liberati solo quando i rapinatori portarono via la merce. Eppure, furono i due camionisti a finire sotto processo. Al termine del giudizio in primo grado sono stati assolti

La storia

I due - difesi dal legale Gerardo Striano - rispondevano di simulazione di reato e appropriazione indebita. I fatti risalgono alla fine del 2017. I due partirono dal porto di Salerno per consegnare merce per oltre 100mila euro, fatta di gamberi rossi e polipi di prima e seconda scelta, per conto di una ditta della Valle dell'Irno. L'accusa aveva chiesto per entrambi una condanna a 3 anni e 6 mesi di reclusione. Il tribunale ha assolto i due perchè il fatto non sussiste, accogliendo la tesi della difesa e riconoscendo, in sostanza, che i due furono effettivamente rapinati e sequestrati, oltre che derubati.

Le motivazioni

In sostanza, il giudice ha fornito altra chiave di lettura ai fatti oggetto d'indagine, dopo le denunce presentate dai due alla Questura di Palermo e ritenute, dagli inquirenti, piene di contraddizioni e dunque non veritiere. In primis, la circostanza che la telecamera dello spiazzale dove i due si fermarono con il camion non avesse ripreso l'arrivo dei rapinatori. Il sistema, però, non inquadrava in modo continuo l'area, facendo ronde cicliche ad intervalli. Dunque, non è da escludere che la stessa possa "non aver ripreso altri soggetti o veicoli". Così come è possibile che i malviventi si fossero avvicinati alle vittime a piedi, magari dopo aver scavalcato una recinzione. Le testimonianze dei dipendenti, invece, sono state valutate come identiche e concordanti. Fu solo per "paura e agitazione" che finirono, entrambi, in alcune imprecisazioni legate al loro racconto. Inoltre, conoscendo solo il giorno della partenza la destinazione, non avrebbero potuto - per il tribunale - ideare un piano e servirsi di uomini in modo così organizzato e con poco tempo a disposizione. Gli stessi contatti telefonici non hanno fornito prove incriminanti nei loro confronti. 

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