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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Atena Lucana

Inquinamento, sequestrati depuratori ad Atena Lucana

L'operazione è stata messa a segno dai carabinieri del NOE: nel fiume Tanagro finivano fanghi derivanti dalla depurazione. Indagati due responsabili tra cui l'assessore all'ambiente

Rifiuti provenienti dall'attività di depurazione che finivano in un canale che confluisce nel fiume Tanagro, provocando quindi inquinamento ambientale: sequestrati i due depuratori comunali ad Atena Lucana. L'operazione è stata messa in atto dai carabinieri del nucleo operativo ecologico del comando provinciale di Salerno, agli ordini del capitano Giuseppe Ambrosone, unitamente ai colleghi della locale stazione. I carabinieri hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo degli impianti emesso dal giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Sala Consilina Antonio Tarallo, nell'ambito delle indagini coordinate dal procuratore della Repubblica Amato Barile e dal sostituto procuratore Michele Sessa.

I magistrati hanno concentrato le loro indagini nei confronti dell'assessore all'ambiente e responsabile dei servizi ambientali del comune di Atena Lucana per omissione in atti d'ufficio in quanto "serbando comportamento inerte, ometteva di richiedere alla provincia di Salerno - Settore Ambiente - servizio ciclo integrato delle acque - l’autorizzazione allo scarico nel canale Barre, affluente del fiume Tanagro, delle acque reflue urbane provenienti dagli impianti di depurazione comunale, atto da compiersi senza ritardo per ragioni di igiene e sanità, nonostante la formale diffida emessa dalla provincia di Salerno, per un impianto ad oggi sprovvisto di autorizzazione".

Sotto la lente dei magistrati anche il legale rappresentante della società affidataria del servizio di manutenzione e conduzione dei depuratori per frode in pubblica fornitura e per aver "abbandonato e depositato in modo incontrollato e immetteva nelle acque superficiali del canale Barre affluente del fiume Tanagro i rifiuti quali fanghi provenienti dal trattamento delle acque reflue urbane e di vaglio, mai smaltiti, ed i rifiuti derivanti dall’eliminazione della sabbia". Per quanto riguarda la prima ipotesi di reato, si legge in una nota dei carabinieri del NOE, il legale rappresentante della società affidataria del servizi di manutenzione e conduzione dei depuratori non avrebbe provveduto "alla pulizia delle griglie, alla raccolta del vaglio e al suo smaltimento mediante trasporto in discarica autorizzata, alla manutenzione ordinaria degli uffici, della recinzione e del cancello, all’adozione di tutte le misure idonee ad eliminare la presenza di topi, o di altri animali molesti, non effettuando le necessarie operazioni di derattizzazione e disinfezione, allo stoccaggio dei fanghi in discariche autorizzate e controllate, ad eseguire le analisi sui liquami in entrata e in uscita e, durante il ciclo di trattamento, previste con cadenza bimestrale, non inviando le relative certificazioni al comune di Atena Lucana, a smaltire varie tipologie di rifiuti provenienti dal trattamento delle acque reflue urbane".

La magistratura ha così disposto il sequestro preventivo degli impianti ed ha nominato custode giudiziario degli stessi il sindaco di Atena Lucana, che da una parte dovrà gestire gli impianti garantendone la regolarità sia amministrativo - contabile sia dal punto di vista dell'inquinamento ambientale mentre dall'altra dovrà procedere con la massima urgenza alle necessarie operazioni allo scopo di una corretta e sana gestione degli impianti di depurazione.

 







 

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