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La festa all'Arechi, il discorso di Lotito: "Allestiremo una squadra competitiva, al di là della mia presenza"

I castorizzati hanno sfilato nello stadio vuoto, riempito soltanto dalla loro gioia. All'esterno li hanno attesi tremila supporter senza sigla, tra cori e fuochi d'artificio. Un tifoso è rimasto ferito. Sul terrrazzino della tribuna, il co-patron ha parlato alla gente. E Mezzaroma: "Faremo ciò che le norme ci consentono, granata in buone mani"

Lotito arringa, parla alla gente. Si staglia sul terrazzino della tribuna e dice, scandendo e quasi sillabando: "Abbiamo riportato Salerno nel calcio che conta e ci vogliamo rimanere. Allestiremo una squadra competitiva, al di là della mia presenza". Sono le 18.24 e il co-patron, dopo aver urlato "Macte Animo" sulle poltroncine della tribuna vip, sdoganando il motto dei pionieri granata, si prepara all'apputamento con il Consiglio Federale di lunedì. Una settimana dopo l'exploit dei granata, il tema a Roma è "la promozione della Salernitana in A", perché c'è la multiproprietà, perché è un discorso di assetti. Mentre i calciatori in dialetto campano e romano, cantano "gli avemo rotto er ...", il più sobrio e prudente Mezzaroma ricorda che adesso è un discorso di norme, di articolo 16 bis delle NOIF

Festa e premiazione Salernitana allo stadio Arechi - foto Gambardella

Lo scenario

"Una sorta di dispiacere dopo la grande gioia: dopo il Covid, anche la tragedia del tifoso scomparso. Il futuro e la nostra permanenza non dipendono da noi, ci sono normative che ci impongono - ripete Marco Mezzaroma -. È, però, un traguardo storico e tutti meritano di festeggiarlo degnamente. Chiunque lavora con noi merita il plauso a cominciare da Fabiani, che considero persona di famiglia. È stato sottostimato, spero gli venga riconosciuto merito. Cosa riserverà il futuro? Solo cose belle. Qualunque situazione ci sia, mi sento di dire che la Salernitana continuerà ad essere in buone mani. Troveremo la soluzione compatibile con le normative sportive e civili". E ancora Lotito: "Questa è una piazza calda che mi commuove, perché i salernitani hanno più a cuore a volte la squadra che il loro lavoro e le loro situazioni. Mi auguro che Salerno abbia capito quanti sforzi siano stati profusi In B c’è stato un periodo di stabilizzazione, poi quest’anno ho deciso e ho detto basta, la portiamo in Serie A e finisce la storia. Ho voluto dare un segnale ai miscredenti che pensavano che il sottoscritto fosse qui per interessi e questa cosa mi addolora perché sono qui col cuore, con trasporto. Mia moglie stessa non va da nessuna parte in occasione delle situazioni di calcio, è rimasta anche lei colpita dall’affetto incredibile della gente quando i risultati hanno consentito di fare una crescita esponenziale e rapida. Poi a un certo punto siamo diventati i reietti. Ho fatto i conti, ho investito 80 milioni e non è una cifra da poco, non so quanti salernitani sarebbero stati disponibili a farlo, l’ho fatto venendo contestato, senza ricevere un grazie. Penso che la città di Salerno debba essere orgogliosa di essere nel primo campionato nazionale. Se Salerno sarà utilizzare questo punto di partenza, potrà vedere un futuro diverso e non con alti e bassi, come avuto precedentemente nella sua storia: non ha mai avuto stabilità, oggi ce l’ha e con investimenti e progettualità potrà continuare ad averne. Ho mantenuto gli impegni. Ora sta a Salerno mantenere gli impegni della totale presenza allo stadio: la forza dei tifosi rappresenta la forza della società. Acquirenti? Se non ce ne sono… li troveremo, vediamo, dovrò cedere”.
 

L'intervista a Castori: il video

Fuori e dentro il recinto

La festa impazza. Castori sceglie la canzone rock: è Sultans of Swing. Kupisz sale sul palco abbracciato nella bandiera della Polonia. Di Tacchio, il capitano, alza la coppa che la Lega B concede alla squadra seconda classificata in Serie B. Poi dice: "Per me è un grande onore rappresentare il pensiero di tutta la squadra. Abbiamo dato tutto, lo abbiamo fatto con la guida del nostro straordinario mister che ci ha dato tutti i mezzi per raggiungere questo obiettivo. Il nostro pensiero va a chi non è qui, a chi non ha potuto vivere questa promozione: a Ciro, Peppe, Enzo, Simone, a Fulvio De Maio, a Loris. Noi siamo nella storia, l'abbiamo scritta come nel 1947, quando la Salernitana di Gipo Viani affrontò il Grande Torino e la squadra di Delio Rossi nel 1998. Questa è una squadra di bravi ragazzi e cuori indomiti che non si sono fatti abbattere dalle difficoltà. Anche oggi lo avremmo voluto, anche oggi avremmo desiderato festeggiare con i nostri tifosi ci troviamo in uno stadio vuoto. La Salernitana ha vinto con merito e si è battuta sempre con lealtà. Siamo orgogliosi di essere calciatoridella Salernitana, fieri di indossare la maglia granata. Macte Animo, sempre". Fuori c'è festa, gioia, orgoglio: non ci sono ultras ma famiglie e tanti, tantissimi ragazzi. Dopo la consegna del piatto e della coppa da parte della Lega B rappresentata dal presidente Balata e la consegna del cavalluccio marino da parte del sindaco di Salerno (presenti Giunta e Consiglio comunale). Il primo cittadino dice: "Vi abbraccio tutti a nome della città di Salerno. Siete stati un gruppo meraviglioso capace di superare ogni avversario ed ogni difficoltà. Ci avete regalato una gioia immensa conquistando una promozione storica e meritatissima. Avrete sempre un posto speciale nei nostri cuori granata. Ed il meglio deve Ancora venire. Macte Animo. Forza Salernitana e Forza Salerno".

Il fattaccio

Poi la squadra si trasferisce sul terrazzino della tribuna. Di Tacchio e Jaroszynski lanciano qualche coro, tutto procede con passione ma anche in modo controllato, perché le forze dell'ordine e gli steward hanno disposto transenne e barriere. All'improvviso, però, oltre duecento ragazzi scavalcano le barriere di recinzione e arriva quasi ai varchi d'ingresso. Poi altri scavalcamenti e poi il ferimento di un giovane tifoso: tanto spavento, una ferita al polso, quindi il soccorso dei sanitari e il trasporto in ospedale solo per precauzione.

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